Il termine deriva dalla Psicologia del Lavoro, in particolare dal Prof. Francesco Avallone, ricercatore e collaboratore del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Il nostro benessere si trasfonde in benessere per i cittadini: essere messi nelle migliori condizioni per lavorare favorisce l’efficacia dell’azione amministrativa.
Se il VALORE PUBBLICO si misura in benessere del dipendente ed in benessere del cittadino, dobbiamo poter operare in un ecosistema virtuoso in cui i ruoli si fondono: siamo cittadini al servizio di altri cittadini, con una mission ben precisa, da svolgere con “onore” secondo un “codice deontologico” cavalleresco che viene da lontano, ma intriso di nuovi valori aziendali legati al benessere psico-fisico del lavoratore e il suo grado di integrazione con i restanti lavoratori.
Ma quali sono i pilastri del benessere organizzativo?
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito recita così: "Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un clima interno sereno e partecipativo. La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività”.
Recita del tutto convincente, un target verso cui le PPAA stano puntando, anche attraverso i Piani delle Azioni Positive, dal 2021 inseriti nel PIAO (piano integrato di attività ed organizzazione).
Esattamente come tutte le performance, anche le misure del benessere organizzativo rientrano nel COME perseguire gli obiettivi della PA.
Il COME qualifica il servizio pubblico.
Il COME qualifica la produttività del pubblico dipendente.
La soddisfazione del proprio lavoro è il passaggio obbligato per rendere un buon servizio al cittadino, risultando un valore pubblico primario.
Quindi parliamone tra di noi, concertiamo le misure di benessere organizzativo con i nostri dirigenti e con i CUG (comitati unici di garanzia), conciliamo i tempi di famiglia con quelli di lavoro, operiamo per creare coinvolgimento e condivisione, a tutti i livelli, perché l’ente è rappresentato da tutti i livelli in cui i lavoratori operano.